Sabato 21 maggio c.a.
nel primo pomeriggio la città di Reggio Calabria è stata scossa da un
avvenimento spiacevole che ha coinvolto il mondo animale e le istituzioni
L’avvenimento
spiacevole come lo definisce l’incipit del Comunicato stampa redatto dal Dott
Rocco Salvatore Racco Presidente dell’Ordine Provinciale Medici Veterinari di
Reggio Calabria ha costato la vita ad un bovino impaurito scappato da chissà
dove e chissà di chi, vagante per le vie cittadine ed abbattuto dalle forze
dell’ordine.
Ciò che
stride nel comunicato stampa redatto dall’Ordine dei medici Veterinari è il
contenuto alquanto contradditorio dal quale deriva un immagine di Reggio
Calabria invasa da Vacche Sacre libere di scorrazzare sul territorio a causa di
controlli della Polizia Municipale,
Polizia provinciale, Sistema Sanitario Nazionale definiti a maglie larghe nonostante proprio sul territorio in questione
siano presenti tre medici veterinari
reggini iscritti proprio all’Ordine
rappresentato dal Dott. Rocco formati per le operazioni di tele narcosi.
È duopo
chiedersi come mai questi tre medici veterinari non siano stati allertati e non
siano conseguentemente intervenuti al fine di evitare l’abbattimento
dell’animale e soprattutto come mai l’Ordine dei Medici Veterinari invece di
scrivere un comunicato stampa farraginoso e incomprensibile non si sia prodigato ad approfondire anche per
vie giudiziarie le motivazioni per le quali non si sia fatto ricorso ad
interventi che tutelassero l’integrità e soprattutto la vita del bovino, in
realtà un vitello.
Rileva tra
l’altro che il codice Deontologico proprio dell’Ordine dei Medici Veterinari
della provincia di Reggio Calabria individua all’art 1 gli ambiti entro i quali
il medico veterinario debba operare e tra questi rileva la “promozione del
rispetto degli animali e del loro benessere in quanto essere senzienti.”
Paradossale
la formula di chiusura del comunicato stampa con la quale il Dott Rocco dopo
aver criticato le forze dell’ordine contestando loro di utilizzare maglie
troppo larghe favorendo il girovagare di vacche sacre sul territorio reggino
afferma che in quanto tecnico l’abbattimento dell’animale era l’unico destino
possibile per l’animale avvalorando così l’agito delle forze dell’ordine.
Un ultima
doverosa precisazione va fatta rispetto al concetto sopra utilizzato ed
utilizzato nel comunicato stampa dell’ordine dei Medici Veterinari della
Provincia di Reggio Calabria di vacche sacre, tali,
poiché, secondo quanto relazionato alla
platea del Consiglio nazionale FNOVI di Varese, l'anno scorso a Varese, dal Procuratore Cafiero De Raho: Molte aziende
zootecniche appartengono alla ‘ndrangheta. Procura, Prefettura, Carabinieri,
Guardia di Finanza, Polizia e Corpo Forestale hanno elaborato una strategia di
contrasto sequestrando quei bovini che, apparte-
nendo alla criminalità, vengono lasciati pascolare liberamente sul territorio, anche sui terreni di privati e del demanio; distruggono le coltivazioni, le autovetture e rappresentano un pericolo pubblico per le strade. Ma nessuno li tocca. La vacca è ‘sacra’ per il fatto di appartenere alla ‘ndrangheta, spiegava De Raho: «va rispettata come il cane rispetta il padrone e ovunque vada nessuno la deve toccare»
nendo alla criminalità, vengono lasciati pascolare liberamente sul territorio, anche sui terreni di privati e del demanio; distruggono le coltivazioni, le autovetture e rappresentano un pericolo pubblico per le strade. Ma nessuno li tocca. La vacca è ‘sacra’ per il fatto di appartenere alla ‘ndrangheta, spiegava De Raho: «va rispettata come il cane rispetta il padrone e ovunque vada nessuno la deve toccare»
Anche se il
bovino fosse realmente appartenuto alla ndrangheta nulla giustifica la morte di
un animale quando era possibile
intervenire con la tele narcosi.
Chiudendo
con la citazione della Montalcini, che compare proprio sul sito dell’Ordine dei medici Veterinari della
Provincia di Reggio Calabria: “Quando muore il corpo sopravvive quello che hai
fatto, il messaggio che hai dato” mi chiedo, ma soprattutto chiedo agli esimi
Medici Veterinari che hanno scelto di svolgere un importante professione, di
interrogarsi su cosa hanno fatto e fanno e che tipo di messaggio credono di
aver dato in merito a questa triste storia…..ah ma forse era solo un bovino,
uno dei tanti e per giunta pericoloso non solo perché impazzito dalla paura ma
perché affiliato a qualche feroce ndrina.
http://www.anmvioggi.it/rubriche/regioni/63547-bovino-abbattuto-vacche-sacre-e-controlli-a-maglie-larghe.html